PORANO 19-20 MAGGIO.
Dopo aver raggiunto il primato della classifica per il terzo anno consecutivo al fotofinish contro Gubbio, la squadra canarina si butta a capofitto nelle final 4 di categoria.
Sabato 19, per la semifinale, si scontrano Arrapaho Orvieto e Small Sport Rieti.
La gara vive di poche emozioni, questa volta il dottore c’è e si vede…
L’unico spettatore che vive un mix di sentimenti contrastanti è Obi Uan Brunobi che da una parte vede il ritorno in campo del figlio Threebald Petrini e dall’altra perde il posto in squadra per opera dello stesso.
La partita del numero 12 di casa è infatti straordinaria: alla prima occasione buona, su assist del suo compagno di tresette Pimpo, torna a segnare come faceva spesso prima dell’infortunio che l’ha tenuto fuori dai campi. Non solo, come tutti i più grandi bissa pochi minuti dopo. Commozione grande su tutti i volti in campo, anche perché la segnatura è accompagnata dallo stesso rituale di sempre: gli occhi luccicano, la mano destra si alza e il pollice e l’indice si baciano. E’ l’antico “rituale della Solita” (anche il Gran Maestro DoppiaW Borri singhiozza in silenzio emozionato).
Da segnalare anche un Gino in grande spolvero, roba che neanche Rocco Siffredi al convegno delle casalinghe divorziate.
Anche Pasquini arriva a commentare: “Gino? E’ il più grande! Un giorno voglio essere come lui” (titubanti non cerchiamo di indagare il significato della parola “grande” e ci fidiamo dell’istinto del neo pilastro Arrapaho).
Il match si conclude 87 – 54 per gli indiani, con la partita mai in discussione.
Nell’altra semifinale Ellera si impone con 2 punti di vantaggio (50 – 48) su Umbertide.
Domenica 20 è tempo di finale, Ellera – Arrapaho.
Rotazioni necessarie visto il gran numero dei giocatori Arrapaho tesserati. I due gemelli del destino (Brunori&Petrini) si danno il cambio, Re Savoia entra al posto del grande (anche qui lasciamo all’immaginazione) Gino, Nick Fiacco Fratini al posto del Ciccio nazionale.
Quintetto titolare che vede protagonisti Trinky Drinky, WWW.Borri, Batch, Osvaldo Pedichini e JT. Afuro.
Arbitri dell’incontro Paola e Chiara.
Partita non certo per i deboli di cuore (d’altra parte il medico ufficiale Arrapaho è cardiologo), che vede le due compagini giocarsela a viso aperto.
La dimostrazione dell’incertezza cestistica è il risultato a fine primo tempo. All’intervallo lungo sarà infatti 26 – 26.
Negli spogliatoi Coach Piersy si fa sentire: “Ragazzi! Dobbiamo tommare il difensore!”
Osvaldo Pedichini risponde presente e si confessa: “Ho lasciato il tutù a casa”.
Nello stesso momento muore la papera di Obi Uan Brunobi, ormai agonizzante da anni.
Al ritorno in campo è tutta un’altra musica. Gli Arrapaho prendono vantaggio, è il primo break e sembra quello decisivo. Ma non è così, Ellera si rifà sotto e a 8’’ dalla fine il risultato è in parità. Il tiro di Batch però arriva corto ed è quindi overtime.
Si continua con lo stesso quintetto ormai stremato. Walter Borri ha un calo di ossigeno e comincia ad avere le visioni: vede infatti sopra il canestro un Obi Uan Brunobi rasta che predica pallacanestro e sanguina dall’occhio destro. Una goccia di sangue cade sul piede perno di Osvaldo Pedichini che in quel preciso momento era in quinta posizione, pronto per un salto che nemmeno Nureyev, e il centro orvietano perde palla. Ma è ancora parità e il tiro del 18 avversario (uno dei migliori fan di Paola e Chiara insieme al numero 14 perugino) non trova il bersaglio e per la seconda volta è ancora overtime.
Ancora cinque minuti, Walter Borri chiede una trasfusione, Pimpo un cannolo alla crema.
A un tratto l’impensabile, Ellera va in vantaggio e gli Arrapaho non riescono a controbattere.
La sirena decreta la sconfitta della squadra di casa 65 – 64.
Sconfitta meritata visti i 21 tiri sbagliati dalla linea della carità e la qualità del gioco mancata proprio nella partita più importante.
Ma, nello spirito arrapaho, lasciateci fare un po’ di polemica: non è logicamente possibile che vengano designati per la finale i due secondi arbitri delle precedenti semifinali. Non è moralmente corretto designare gli arbitri di maggior esperienza per il concentramento di Gubbio e lasciare in finale al concentramento di Orvieto due cantanti di neanche tanto successo, sparite dopo il loro primo singolo “Amici come prima” (brano con tutta probabilità dedicato ai due centri di Ellera).
Se non si vuole arrivare a dichiarare la faziosità dei due arbitri, almeno si deve accettare l’inadeguatezza del duo arbitrale, dovuta sicuramente anche alla poca esperienza.
La squadra tutta vuole comunque chiedere scusa ai tifosi accorsi, soprattutto per lo spettacolo penoso del fine gara, povero di sportività e ricco di nervosismo.
I giocatori vogliono comunque ringraziare il mitico Pasqua Pasquini che negli spogliatoi riporta tutti sulla Terra e al vero obiettivo arrapaho: la cena post-gara (come al solito Pimpo non ha sbagliato niente a tavola).
Vogliamo inoltre augurare un “in bocca al lupo” alla squadra avversaria per l’avventura nelle Marche (quasi certamente avranno bisogno di due posti in più nel pulmino).
E adesso, per finire in bellezza, la top 5 motion di tutta la stagione:
Al 5° posto Obi Uan Brunobi. Motivazione? Serve ancora una motivazione? E’ ridicolo, punto! Oltretutto lo potrete trovare per offenderlo alla Coop come “velina” sponsorizzante la nuova confezione formato famiglia delle uova Ovito. GRASSO
Al 4° posto Damiano Paloni che dopo il primo allenamento risalente alla dichiarazione di indipendenza americana, dichiara “Ho la pubalgia” e non tornerà più in campo. E’ IL PIPO, NO LA PUBALGIA
Al 3° posto, sul podio, Pasqua Pasquini, che alla prima partita con la maglia canarina segna il suo primo canestro in un campionato senior, cosa che non tutti i giocatori della sua età possono vantare. PILASTRO
Al 2° posto, medaglia d’argento, coach Giacomo Piersante, che dopo un cambio dietro alla schiena di Pimpo urla: “E ora chiamiamo anche gli Arlemglobtrotrerzzzzzzz” NORTH FACE
Al 1° posto, a sorpresa, ancora Piersante che lascia ai posteri la dichiarazione più bella detta su un campo di pallacanestro, cose che neanche Maometto. “Siamo i più forti, neanche Dio può fermarci, solo gli arbitri”, mettendo la figura dell’arbitro al di sopra del padre eterno. ARBITRO CANE
Lasciandovi, vogliamo assicurarvi che la sconfitta non ci ha demoralizzato, anzi, siamo ancora più famiglia e torneremo il prima possibile a darvi fastidio.
Per quanto riguarda Obi Uan Brunobi, chi scrive tiene particolarmente a ringraziare il numero 4 canarino, senza di lui gli articoli sarebbero stati scarni e senza alcun sapore. Ora però smetti, qualcuno lo troveremo, tipo, che ne so, Ciccio, che è brutto non c’è male (“mica è Piersante” cit. Roberta, fidanzata dello stesso Brunori, quindi per lo meno miope).
Si ma dello sparmatozoico, virile, affascinante, elegante, statuario, speaker della fase finale, colui che con il suo verbo ha affascinato tutto il palaporano, ne vogliamo parlare?
Sarebbe un affronto non farlo, e lo sapete bene voi indiani, che se dissotterrasse lascia sarebbero Gino…….amari, per tutti.