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Francesco Romanini, dal Ciconia alla Pianese: “Ho voglia di stupire!”

Lo avevamo lasciato, il 10 maggio scorso, a festeggiare la salvezza del Ciconia nella finale play out contro il 4 Castelli Valnerina, la quale si era conclusa con un pareggio che alla fine, grazie ai risultati che arrivavano dalla serie D, aveva messo tutti d’accordo. Nelle settimane immediatamente successive, si erano rincorse voci che lo volevano, alternativamente, riconfermato sulla panchina biancoceleste o in qualche settore giovanile di altre squadre. Infine, decide di affidare l’ufficialità del suo ingaggio per la conduzione degli Allievi Provinciali della Pianese alla sua pagina Facebook, dove pubblica la sua foto sotto lo stemma della società aggiungendo scherzosamente la didascalia: “Cercano uno pe segna’ il campo, ho tutte le carte in regola.” Stiamo parlando di Francesco Romanini, uno dei tecnici emergenti orvietani, che, per il momento, considera conclusa la sua esperienza in una prima squadra e racconta le sue scelte per il prossimo futuro.

Tanto per cominciare, facciamo il punto sulla stagione ormai conclusa al Ciconia.

“Sicuramente è stata una stagione piena di difficoltà, non esaltante dal punto di vista dei risultati, anche se alla fine siamo riusciti a mantenere la categoria. Sarei un bugiardo se dicessi il contrario. In linea di massima abbiamo quasi sempre offerto buone prestazioni, nessuna squadra in 30 giornate ci ha mai dato lezioni di calcio e spesso ci è mancato quel poco di unità di intenti per renderci la vita più semplice. Venivo dal settore giovanile e sicuramente il salto si è fatto sentire, anche se inizialmente eravamo partiti molto bene giocando un calcio offensivo e di altissima intensità.
Alla fine questa stagione mi ha dato un bagaglio di esperienza in più su cui potrò contare nel prosieguo di questa avventura da allenatore, devo però ribadire come ho fatto anche in passato che i dirigenti del Ciconia, dal primo all’ultimo, nessuno escluso, non mi hanno fatto mai mancare il loro sostegno. Dispiace personalmente per non averli ripagati con qualche successo in più sul campo.”

Dai settori giovanili, passando per l’esperienza in una prima squadra, per ritornare, di nuovo, ad un settore giovanile. Pensi che allenare i ragazzi sia più stimolante rispetto agli “adulti”?

“Dipende da molti fattori; uno di questi è sicuramente la società in cui ti trovi e come “intende” il settore giovanile. I motivi sono argomenti affrontati più volte quindi non starò qui ad elencarli. Poi è ovvio che molto dipende anche dall’allenatore stesso, la differenza c’è ed è ben delineata. Con i giovani puoi andare a lavorare su aspetti che in età adulta non sono più correggibili. Per chi allena i giovani vedere la crescita di un ragazzo è qualcosa di estremamente appagante. D’altro canto l’esperienza in prima squadra è stimolante per altri motivi, affrontare allenatori più esperti e compagini più attrezzate e vincere ti da una scarica di adrenalina incredibile, ricordo ancora con gioia la vittoria con la Fornolese “ammazza-campionato”.

La Pianese, società di serie D, milita alle porte del professionismo. Quale è stato il primo impatto che hai avuto? Ti è sembrato un ambiente molto diverso rispetto a quelli, prettamente dilettantistici, a cui eri abituato?

“Non è semplice descrivere le prime sensazioni. A Piancastagnaio si respira un’aria completamente diversa a quella cui ero abituato negli anni passati e non per i 900 metri di altitudine.
Lo Stadio ad esempio ha un impatto forte, l’organizzazione è esemplare, i ragazzi del vivaio sembrano già avere una “educazione” all’allenamento formata. E poi, anno scorso escluso, avere due collaboratori/accompagnatori al mio fianco per allenamenti e gare è già sintomo di grande organizzazione. Si lavora per obiettivi comuni sulla crescita del giovane, seguendo un programma prestabilito dal responsabile del settore giovanile, sarà importante per me fare le cose secondo obiettivi tecnico-tattici anche se è la prima volta che lavoro in queste condizioni.”

Come ti stai preparando per l’inizio del nuovo campionato?

“Ho ricevuto una “colonna” di dispense da parte del responsabile tecnico su cui costruire le settimane ed i mesi di allenamenti quindi sto programmando le sedute. Ho voglia di fare bene e stupire gli addetti ai lavori della società. In linea di massima comunque mi viene chiesto di formare il giocatore non solo a livello tecnico-tattico, ma anche comportamentale.”

Tu che hai fatto entrambe le esperienze, ritieni sia possibile vederti, in futuro, di nuovo su una panchina di una prima squadra, oppure pensi che il settore giovanile sia il tuo habitat naturale?

“Io credo che ogni allenatore, come ogni giocatore, vada messo nelle condizioni ideali per poter svolgere il suo mestiere. Ovviamente questo è possibile solo in poche realtà , specialmente oggi con le poche risorse in circolazione. Non ritengo di essere più propenso all’uno o all’altro, mi avrebbe fatto piacere restare in una prima squadra per riscattare la stagione precedente, molti si dimenticano che ero uno tra i più giovani o il più giovane allenatore in prima categoria. Essere ingaggiato dalla Pianese comunque è motivo di grande orgoglio personale e magari il mio modo di fare calcio da qualcuno è apprezzato, quindi per ora ti dico settore giovanile per forza :)”

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