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20.02.2006 – 20.02.2016. 10 anni fa ci lasciava Luca Coscioni

Era un giornata di febbraio un po’ grigia e fredda. Il 20 febbraio 2006 Luca Coscioni se ne andò a soli 38 anni vinto da una malattia che aveva combattuto con tutte le sue forze.

Luca Coscioni, politico, docente e ricercatore universitario di Economia Ambientale presso l’Università di Viterbo, figura attiva nel sociale e nella politica con l’Associazione Luca Coscioni e i Radicali Italiani, di cui fu presidente tra il 2001 ed il 2006, cessò dunque la propria battaglia contro la sclerosi laterale amiotrofica che per molti anni della sua vita lo aveva fiaccato nel corpo ma non certo nello spirito. La città di Orvieto ne ricorda lo spirito sportivo con il “Memorial Luca Coscioni” competizione di atletica leggera a cui partecipa ogni anno il meglio dell’atletica italiana.

A nome di tutta l’Amministrazione Comunale di Orvieto, la Vice Sindaco e Assessore allo Sport, Cristina Croce così lo ricorda:

“Luca Coscioni è stato – ed è nella memoria di noi tutti – un orvietano illustre, di grande spessore intellettuale e culturale, politico e civile, in campo nazionale e internazionale.
Un uomo che ha fatto della sua malattia il simbolo dell’impegno per la libertà di cura e di ricerca scientifica sulle malattie rare e sui diritti dei malati.
Per lo sport, l’esempio di Luca – il Maratoneta – è stato, ed è ancora oggi, un modello positivo a cui soprattutto i giovani atleti si ispirano. Un esempio di vita, di energia, di entusiasmo.
E’ con questo spirito che, insieme alla sua famiglia, lo ricordiamo con il MEMORIAL di Atletica Leggera M/F a lui dedicato e che quest’anno raggiunge la 7^ edizione.
In questi giorni ci sentiamo ancora più vicini ai suoi familiari e ci piace pensarlo nella sua massima vitalità con il proposito di poter dare forma anche ad altre iniziative per far conoscere nella sua pienezza la figura di Luca”.

coscioni

 

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Dopo una maturità classica al Liceo-Ginnasio Statale F.A. Gualterio di Orvieto, Luca sceglie di iscriversi ad Economia e Commercio presso “La Sapienza” di Roma; qui si laurea nel 1991, in corso e con il massimo dei voti, con tesi sui rapporti commerciali e agricoli fra occidente e paesi in via di sviluppo. È ammesso per concorso pubblico al Dottorato di Ricerca in “Economia Montana e dei Sistemi Foresta-Legno-Ambiente”, all’Università degli studi di Trento, dove così, nel 1992, lavora in qualità di ricercatore.

Prosegue brillantemente su questa strada, tenendo un seminario al Dipartimento di Scienze Economiche ed Estimative dell’Università degli Studi della Tuscia a Viterbo sulla contabilità forestale ed agraria, mentre tra il 1992 ed il 1993 è ricercatore sempre a Viterbo.

In questi anni, il suo interesse si sposta pian piano verso la sociologia e la politica, pur se in ambito prettamente economico. Infatti, tiene prima un corso a Trento sulle linee comportamentali dei consumatori e quindi due cicli di approfondimento per studenti di Economia Politica a Viterbo nel 1994, giungendo ad essere “cultore della materia” e membro delle relative commissioni di esame. Tiene numerosi corsi di Economia politica ed internazionale e collabora anche come ricercatore in un importante istituto francese con sede a Nancy.

Un anno dopo è Dottore di Ricerca a Viterbo ed ha la cattedra[senza fonte] in Politica Economica. Allo stesso tempo, decide di impegnarsi politicamente e viene eletto consigliere comunale ad Orvieto, sua città natale.

Nel 1995 gli viene diagnosticata la SLA, e decide di dimettersi dagli incarichi pubblici. Inizia per lui un periodo doloroso, dove viene visitato in vari ospedali, ma senza beneficio apparente. La sclerosi è certa, e lo condanna ad una lunga e progressiva degenerazione dei muscoli, provocandogli sempre più problemi al movimento, alla nutrizione, alla parola.

Tuttavia, le sue capacità intellettive sono ancora intatte e nel 1999 reagisce alla malattia, vi si oppone, e ritrova la sua voglia di vivere. Nel 1999 si sposa con Maria Antonietta Farina. Decide così di riprendere la vita pubblica e di ritornare alla politica, da cui la malattia l’aveva costretto ad allontanarsi quattro anni prima.

Si candida alle elezioni amministrative, e conosce – tramite internet – i Radicali Italiani. Le iniziative del partito lo attirano subito, e scopre di condividerne ideali e valori; le battaglie libertarie, da sempre segno distintivo dell’organismo politico creato da Marco Pannella, sono vicine ai temi che più stanno a cuore a Coscioni: le libertà di ricerca. Un anno dopo viene candidato dalla Lista Bonino alle elezioni regionali in Umbria, ma il successo tra i radicali arriva quando, nell’agosto 2000, vengono indette elezioni interne (per la prima volta on-line) per eleggere il proprio Comitato di Coordinamento; Luca Coscioni è infatti tra gli eletti.

Nel febbraio 2001, partecipando al comitato, munito per la prima volta di un sintetizzatore vocale che gli permette di esprimersi, espone le sue idee sulla ricerca scientifica, e il resto del Comitato reagisce entusiasticamente, approvando una mozione che iscrive l’impegno in questo senso nelle carte del movimento. La sua voce artificiale pronuncerà un altro discorso importante poco dopo, durante la Commissione Temporanea del Parlamento Europeo sulla Genetica Umana e le Biotecnologie, istituita proprio per dare voce su questo tema a chi ne è toccato più direttamente: i malati. Coscioni apre così un dibattito che vede opposti i due schieramenti di chi sostiene la libertà scientifica “sempre e comunque” e di chi invece intende regolarne l’applicazione, specialmente su quegli argomenti eticamente rilevanti di cui la Chiesa cattolica è la principale sostenitrice.

Le elezioni politiche del 2001 si avvicinano, ed il popolo radicale vede in Luca Coscioni un simbolo delle proprie lotte; così, diviene – con voto all’unanimità – Presidente dei Radicali Italiani, ed accetta l’offerta di Emma Bonino e Marco Pannella di proporsi come capolista della Lista Bonino nel proporzionale.

La campagna elettorale punta molto sul ruolo che Coscioni vuole per la ricerca, ed in favore di questa posizione si esprimono oltre cinquanta[senza fonte] premi Nobel e più di 500 tra scienziati e ricercatori. Nonostante tutto questo però, la campagna elettorale ha ben poco successo, e i radicali non trovano posto per loro nelle due Camere. Per rimediare a questo scarso successo, e per continuare a porre agli occhi dell’opinione pubblica quelle che lui considera come istanze di libertà, egli – con il supporto dei Radicali Italiani – dà vita, il 20 settembre 2002 all’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

L’associazione fu molto attiva nel 2004 al riguardo del referendum abrogativi sulla Legge n. 40 del 2004 riguardante la Procreazione assistita, la quale poneva seri limiti alla ricerca nell’ambito della genetica, ma che – dopo un mese di lotte politiche e ideologiche anche molto aspre – si risolse con una sconfitta, e con un mantenimento della legge in vigore, a causa del mancato raggiungimento del quorum. Un anno dopo, Luca Coscioni si era fatto promotore di una lista a lui omonima, appoggiata dai Radicali, per le elezioni regionali, ma che non fu mai presentata.

La morte di Luca Coscioni, avvenuta la mattina del 20 febbraio 2006 nella sua abitazione di Orvieto, in seguito a una crisi respiratoria, fu comunicata agli italiani da Marco Pannella su Radio Radicale. Questi l’apprese direttamente dalla moglie Maria Antonietta; con lei e Luca ogni mattina i vertici del partito organizzavano una riunione affinché la sua lotta potesse ogni giorno rinnovarsi e continuare.

Per molti di costoro, Luca Coscioni ha rappresentato fuor di dubbio un simbolo ed un ideale.

Coerentemente con la sua volontà, il suo corpo fu cremato e le ceneri sparse in mare il 21 giugno 2006, nei pressi di Porto Santo Stefano sul Monte Argentario, vicino all’Isola del Giglio, un luogo che Luca Coscioni amava moltissimo e frequentava con il suo catamarano giallo, prima che la malattia lo colpisse.

(da wikipedia)

 

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