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Su la Coppa! L’Orvietana Calcio si aggiudica il trofeo di categoria

Casa del Diavolo – Orvietana 1-3

Non sono bastati i tempi regolamentari; l’Orvietana, in svantaggio durante il primo tempo, è stata costretta alla rincorsa, fino a quando, dai piedi fatati di Capitan Bagnato, è uscita la punizione del pareggio; i biancorossi hanno arrembato la porta avversaria fino alla fine del secondo tempo; poi non c’è stata più storia per nessuno.

Le cronache racconteranno di un De Francesco che, dopo una manciata di secondi dall’inizio dei tempi supplementari, sfonda la porta avversaria, per il 2-1 dei biancorossi; di un Casa del Diavolo mai domo, ma comunque impotente contro il fiume in piena del team di Nardecchia; racconteranno di occasioni mancate, di pali fatti vibrare, di undici cuori che battevano all’unisono, determinati a conquistare quel trofeo, che è storico per la società del Presidente Biagioli.

E’ De Michele che mette la firma sul definitivo 3-1 ed è dopo il fischio finale che l’urlo liberatorio sale al cielo, insieme alla gioia del traguardo raggiunto e alle mani alzate a stringere la coppa.

Più sotto, a cura di Marco Gobbino, la cronaca dell’incontro. Adesso solo le emozioni, tutte racchiuse in quella maglia commemorativa indossata dai ragazzi dell’Orvietana a fine gara: “Le coppe si vincono in allenamento. Si va in campo solo per ritirarle”.

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Un pomeriggio di pioggia finito con gioia per l’Orvietana, davanti a uno stadio gremito, oltre 600 spettatori, al termine di 120 minuti di emozioni e rimonte di punteggio, con la certezza assoluta di poter finalmente mettere in bacheca una coppa arrivata solo al minuto 119 quando De Michele deposita in rete la palla del definitivo 1-3.

Tante storie da raccontare, non solo la cronaca di una partita ricca di occasioni gol per l’Orvietana, ma che fino ad un quarto d’ora dalla fine dei regolamentari vedeva la coppa nelle mani del Casa del Diavolo, ma è stato il pomeriggio anche dei tanti tifosi al seguito, dei tanti nomi noti del calcio umbro (tutti i campionati regionali erano fermi), di ospiti della Federazione, di tanti ex e di un nutritissimo gruppo di arbitri regionali presenti in tribuna.

Il campo è quello dello Stadio di Bastia. Nardecchia sceglie Vergari e Frellicca come esterni di difesa e Cochi in attacco, per il resto solita formazione blindata. Perugini che recuperano gli assenti della sfortunata gara di campionato contro la Pievese. L’Orvietana prova ad innestare subito De Francesco che i difensori rossoblu faticano a contenere, Cochi si mostra spavaldo e ruba palla, Bagnato mette in mezzo palle ghiottissime dove non arriva però nessuno. Sembra ci sia poca precisione là davanti. La posizione di Bagnato, molto arretrata, fa un po’ stupore tra chi assiste al match. Continuano a farsi vedere davanti gli attaccanti di Nardecchia, ma la mira non aiuta nessuno. Alla mezz’ora si vede il Casa del Diavolo con un gran tiro di Rondini che costringe alla parata in corner Perquoti. Ma è il minuto 38 che regala la prima emozione. Contrasto in area tra Gimelli e Bragetti, entrambi finiscono a terra ed entrambi vorrebbero un fischio arbitrale che non arriva, Pallottino tituba, Emidi si ritrova la palla tra i piedi, quasi a non credere a tanta grazia, e la deposita in rete. Il gol cambia la partita, nei minuti finali del primo tempo i perugini alzano il baricentro e non permettono più all’Orvietana di essere pericolosa.

Orvietana ancora un po’ stordita ad inizio ripresa, una ripartenza del Casa del Diavolo fa trovare 4 attaccanti perugini contro 2 soli difensori orvietani, Pallottino si fa perdonare la disattenzione sul gol, sventando tutto con maestria. Ma tre minuti dopo, da corner, Bambini in mischia a centroarea fallisce il raddoppio. L’Orvietana, attaccata sul piano fisico e agonistico, si fa prendere troppo dalla fretta e allora ancora il Casa del Diavolo al minuto 20 si fa pericolosa con Agostinelli che porta a spasso mezza difesa biancorossa e tira verso Perquoti che smanaccia in angolo. Nardecchia mette dentro Carpinelli e toglie Tonelli, tra i più battaglieri, qualcuno in tribuna non gradisce, ma alla fine il tabellino darà ragione al tecnico di Torino. Ora l’Orvietana è tutta in avanti, arrivano cross da parte di Frellicca e De Michele, tante palle vaganti in area, ma il massimo che i biancorossi riescono ad ottenere è una lunga sequenza di calci d’angolo. Ci vuole una prodezza di Bagnato alla mezz’ora a riportare in parità l’incontro, la punizione da tre quarti campo viene trasformata, con una traiettoria balistica perfetta e potente, in un gol straordinario.

L’esultanza in campo e sulla tribuna piena di Orvietani è grande, tanto che Bagnato verrà ammonito e qualche tifoso rischia… l’invasione di campo! Ora la partita ha un’altra storia. I perugini non riescono più ad uscire dalla propria metà campo, De Francesco per tre volte si ritroverà a tu per tu col portiere, ma le sue conclusioni non prendono lo specchio della porta. Il Casa del Diavolo riesce a respirare solo al 41’ con un calcio piazzato di Bambini messo in angolo di pugno da Perquoti. Ma allo scoccare del 90’ succede l’incredibile: De Francesco ormai ha il lasciapassare nella difesa avversaria che non lo regge più, si ritrova per l’ennesima volta solo davanti a Migni, decide di superare anche il portiere e a porta vuota fa partire un diagonale a colpo sicuro, i tifosi orvietani già esultano ma ci pensa il palo a portare tutti ai supplementari.

Ma l’appuntamento con il gol De Francesco lo rimanda solo di pochi istanti perché, quando ancora non si è chiuso il primo minuto del primo supplementare, un suo sinistro dal lato corto finisce sotto l’incrocio dei pali, con un’altra traiettoria magica delle sue. Dopo 5 minuti Bagnato solo davanti al portiere allunga il contro delle occasioni buttate al vento. Si gioca sotto la pioggia, lo stadio di Bastia non ha impianto di illuminazione e la visibilità comincia a scarseggiare. Il Casa del Diavolo si ripresenta in avanti al 4’ del secondo extra time e il colpo di testa di Bragetti, su palla proveniente da corner, supera tutti ma non capitan Bagnato che la intercetta a un metro dalla linea. Rischio sventato e altra occasione gettata alle ortiche per chiudere i conti poco dopo da Carpinelli, a seguito di un contropiede l’attaccante si ritrova in area a due passi dal portiere, ma manda alle stelle. Il contropiede successivo però chiude i giochi, tre contro uno e alla fine è De Michele al 119’ a far esultare i biancorossi in campo e sugli spalti. La stanchezza e il nervosismo causano una mini rissa nel finale, ne fa le spese Barlozzi che viene espulso.

Poi la cerimonia di premiazioni, con il capitano Bagnato che riceve la coppa dalla Federazione e la consegna poi negli spogliatoi al presidente Biagioli.

 

SPOGLIATOI

Nardecchia, allenatore Orvietana:

“Felice di questo successo, meritato anche se troppo sofferto, abbiamo dimostrato di essere tecnicamente superiori all’avversario, un avversario comunque attento ed equilibrato, abbiamo creato un numero incredibile di azioni gol, potevamo e dovevamo chiuderla prima. Sono partite strane, come avete visto è bastato un episodio a fine primo tempo per metterci tutto in salita. Ma sono felice per i ragazzi e per la società per questo successo, oggi festeggiamo, ma da domani subito mente al campionato per la gara decisiva contro la capolista domenica prossima a Orvieto, spero che questo trofeo ci dia la carica giusta”.

 

Roberto Biagioli, presidente Orvietana:

“Siamo felici per questo trofeo da mettere in bacheca, penso sia meritato e spero possa dare slancio alla nostra stagione che è ancora tutta da decidere. Complimenti a tutti, ci sta sempre da soffrire lo sappiamo ma siamo un buon gruppo che merita queste soddisfazioni”.

 

Bazzurri, allenatore Casa del Diavolo:

“Nulla di dire ai miei ragazzi, abbiamo giocato bene davanti ad una squadra più forte che sulla lunga distanza ha meritato di vincere, peccato per qualche disattenzione, eravamo in vantaggio fino alla mezz’ora del secondo tempo, ma, al di là della delusione per la sconfitta, abbiamo tenuto testa e dimostrato di essere una buona squadra, mi dispiace solo per la rissa finale frutto solo di stanchezza, non certo di cattiveria”.

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