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Tutto pronto per la nuova stagione dei giovani dell’Orvietana Calcio. Parola di Massimo Porcari

Ci incontriamo, come ormai di consuetudine, nella sede dell’Orvietana Calcio, ubicata al lato del manto erboso del Muzi.

Il nostro, da alcuni anni a questa parte, è diventato ormai un appuntamento fisso, in cui fare il bilancio della stagione passata e in cui cominciare a fare il punto della stagione futura. Sui giovani, naturalmente, senza i quali non ci sarebbe alcun futuro.

Per la verità, quest’anno Massimo Porcari – sempre responsabile unico del settore giovanile e della scuola calcio dell’orvietana – l’ha tirata un po’ alle lunghe; c’erano alcune pedine che hanno tardato ad incastrarsi e un perfezionista come lui non potrebbe mai rilasciare interviste finché ogni cosa non è al suo posto.

Tuttavia, appena ci vediamo, alla mia domanda “beh, obiettivi raggiunti?” parte subito a mille.

“I Giovanissimi, con la vittoria dei play off, sono ritornati in A2, dopo aver gareggiato nel campionato provinciale. Voglio subito ringraziare Mister Mauro Bellini per essere riuscito a centrare l’obiettivo a cui la società teneva molto. Gli Allievi hanno disputato un campionato eccezionale, terminando a due punti dal Foligno che quel campionato l’ha vinto. E questo lo dico con gioia, ma anche con un po’di dispiacere. A questo proposito vorrei fare un appunto ai ragazzi, allo scopo di sensibilizzarli su un aspetto importante: quando si gioca in questo tipo di campionati, andrebbero riprogrammate le priorità personali, quali le gite scolastiche. Nella partita di San Sisto, dove mancavano alcune pedine importanti, abbiamo perso il campionato. Questo è l’unico dispiacere che ho avuto, proprio perché sono un gruppo eccezionale, sotto la guida di un tecnico valido qual è Enrico Broccatelli. Non mi aspettavo un esordio in A1 di questa portata, come primo anno l’obiettivo era il mantenimento della categoria e invece siamo andati al di là delle più rosee aspettative. Dalla Juniores, che è stata battuta solo in finale play off, mi aspettavo qualcosa in più, ma l’inizio del campionato ci ha penalizzato. Siamo partiti male; subito dopo la squadra ha cominciato a girare bene, macinando punti su punti, ma, per il livello complessivo del campionato disputato, si poteva fare meglio. Nonostante questo, l’obiettivo del raggiungimento dei play off è stato centrato ed è un obiettivo importante in vista di un eventuale ripescaggio.”

Lo scorso anno, nel fare il preventivo della stagione futura, che avevo chiamato Orvietana 2.0, ci eravamo lasciati con Massimo Porcari che faceva un passo indietro, assegnando deleghe e compiti a due personalità individuate e scelte da lui stesso: Riccardo Pellegrino e Roberto Bellini. Sei ancora soddisfatto di questa scelta o, potendo, torneresti indietro per cambiare qualcosa?

“Sono più che soddisfatto. Nella scuola calcio, siamo cresciuti tantissimo, sia a livello organizzativo che tecnico e si è potuto vedere un netto miglioramento dei ragazzini, anche grazie a scelte fatte sugli allenatori. E qui voglio spendere qualche parola per Roberto Bellini, che da quest’anno non è più con noi, ma che devo ringraziare per l’eccellente lavoro svolto in questi tre anni, persona squisita dal punto di vista professionale e umano, oltre che un amico. Riccardo Pellegrino è stato un po’ una mia scommessa, perché lui ha un carattere un po’ particolare e si è venuto a scontrare con un altro carattere un po’ particolare, che è il mio. In lui ho visto delle caratteristiche molto positive, sotto il profilo organizzativo e soprattutto riguardo la sua capacità di scovare i ragazzi adatti ai campionati che le varie squadre agonistiche disputano. Erano almeno quindici anni che all’Orvietana mancava una figura così. All’inizio peccava un po’ di presunzione e non mi ascoltava, poi ha capito in che modo doveva calarsi nella realtà di questa società. Io gli ho insegnato a sentirsi parte di un insieme e a non ergersi a battitore libero. Il resto ce lo ha messo da solo ed è cresciuto molto da un punto di vista tecnico e organizzativo.”

Dopo aver esaurito il discorso consuntivo, possiamo passare al preventivo.

“La Juniores è in attesa di notizie sul ripescaggio. In A1 a tutt’oggi ci sono solo 15 squadre, contro le 16 previste dal campionato, perché il Foligno, con la prima squadra in serie D, andrà a disputare il campionato nazionale. Noi abbiamo fatto domanda per il ripescaggio, ma avremo notizie certe solo tra la fine di luglio e i primi di agosto. Io ci spero. Sarebbe importantissimo essere in A1 sia con gli Allievi che con la Juniores. Comunque, a questo punto l’organigramma societario è completo per ripartire con la stagione 2019/2020.”

Sarà il caso di cominciare a fare qualche nome, allora.

“L’allenatore della Juniores sarà Marco Feriozzi, scelto tra una rosa di due o tre nomi. E’ un allenatore che mi è stato indicato da una persona che gode della mia massima fiducia, che ha fatto sempre categorie giovanili, è una persona molto seria. Speriamo che la società abbia individuato la persona giusta. Negli Allievi, è rimasto Enrico Broccatelli, dopo una riflessione che abbiamo fatto io e Pellegrino, perché è la categoria in cui Enrico sa valorizzare i giovani e in questa categoria dà il massimo. New entry – ma poi neanche tanto “new” [ndr] – nei Giovanissimi, per i quali abbiamo affidato la squadra a Andrea Valterio, che ha fatto alcuni anni alla Valdichiana con ottimi risultati ed era questo il momento giusto per farlo tornare. C’è un bel progetto per lui, che potrà contare su due anni in cui la stessa squadra disputerà la stessa categoria. I 2006 quest’anno giocheranno nel campionato sperimentale e qui c’è una novità: abbiamo fatto un accordo preliminare con il Castiglione in Teverina. I ragazzi si alleneranno a Orvieto ma il campionato sarà disputato sul loro campo e saranno guidati da Stefano Silvi. Una delle figure nuove di quest’anno è Elia Falsaperna, nominato responsabile della scuola calcio al posto di Roberto Bellini. Elia, già noto alla società per aver fatto il preparatore atletico di Fatone, ha tutte le carte in regola per espletare al meglio il ruolo che gli è stato affidato. Altro ingresso è Benito Pantarelli, che è una figura nuova e sarà il responsabile organizzativo dell’agonistica e della scuola calcio. Sarà il fulcro societario e metterà a punto tutte le questioni organizzative delle varie squadre. E’ una figura che io ho voluto, perché è molto capace e perché, alzando l’asticella della qualità del settore giovanile, non si può fare a meno di un ruolo come il suo. Vasco Di Domenico si occuperà di formare i giovani portieri dagli Allievi in giù, mentre la Juniores farà capo alla prima squadra. Infine, un nuovo ingresso in segreteria nella persona di Gaetano Politella.”

Quindi il “Progetto Giovani” va avanti a gonfie vele. E’ lecito aspettarsi qualche nuovo ingresso in prima squadra?

“Sui giovani negli anni abbiamo alzato l’asticella ed è da tempo che io e il Presidente siamo concordi nel ritenere che siano i nostri che debbano giocare in prima squadra. Anche quest’anno, fra i 2001 e i 2002, ci sono sei o sette già convocati per il raduno. Loro però devono metterci tutto il loro impegno ed essere sempre presenti, perché ad oggi l’Orvietana con i propri under è in grado di coprire qualunque ruolo. Per contro, anche l’allenatore della prima squadra deve avere coraggio, perché i giocatori non sempre si trovano fatti. Abbiamo preso solo un portiere sotto quota perché in quel ruolo c’era carenza, ma, tranne questa eccezione, saranno utilizzati i nostri ragazzi, come è stato fatto nei quattro anni di Promozione e negli ultimi due di Eccellenza. Gli investimenti della società sul settore giovanile sono importanti e non possono essere vanificati con giovani presi da fuori.”

A poche settimane dalla ripresa dei lavori, insomma, l’Orvietana sta lavorando a pieno regime affinché tutto sia impeccabile per i ragazzi che vestiranno la maglia biancorossa e…ci si perdoni – a me e a Massimo Porcari – la libertà che ci siamo presi nel chiamare le diverse categorie ancora con i loro vecchi nomi Giovanissimi, Allievi e Juniores, anziché Under 15, Under 17 e Under 19, con un attaccamento quasi affettivo al passato.

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