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Storie di casa nostra: Filippo Marricchi alla Juve?

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E’ piccolo Filippo, ha appena otto anni, quando incontra per la prima volta il pallone, ma lui quella sfera non prova neanche una volta a calciarla; a lui piace afferrarla con le mani. Si piazza tra i pali e lì resta. E’ quella che, comunemente, si chiama passione.

Solo che stavolta c’è di più: oltre all’amore per il calcio, qui c’è stoffa, c’è talento, insieme – che non guasta mai –  al coraggio e alla tenacia con cui affronta il sacrificio e l’abnegazione richiesti. E Carlo Duranti, nome noto e dai gloriosi trascorsi nel calcio nostrano con la maglia dell’Orvietana, è bravo a leggere in lui tutto questo e nutrire giorno dopo giorno quella passione con i suoi insegnamenti. E’ per merito suo se Filippo matura la decisione di diventare un portiere. Carlo porta quel bambino con sé ovunque, lo allena in qualunque situazione, nei campi incustoditi di periferia, nei freddi pomeriggi invernali, illuminati dai fari della macchina. E’ sempre Duranti che, insieme al papà di Filippo, lo accompagna a fare i provini con squadre del calibro della Fiorentina e lo trasforma in un piccolo pendolare che, due o tre volte al mese, si reca in treno a Firenze per allenarsi.

Una volta che la metamorfosi da brutto anatroccolo in cigno è ormai avviata, Carlo Duranti lo lascia; il portierino approda all’Orvietana e viene affidato alle cure di Marco Loddo e Claudio La Vecchia, che si incaricano di affinare le sue doti naturali e tecniche.

Così succede che un  giorno, quando Filippo ha, sì e no, quattordici anni e si allena al Muzi con la maglia biancorossa dei Giovanissimi, arriva una chiamata importante e la maglia, d’improvviso, diventa rossoverde: Filippo è titolare nella Ternana, con cui gioca il campionato Giovanissimi Nazionali.

Marricchi 3    E’ proprio grazie all’Orvietana, che ha l’indubbio merito di aver saputo scovare, prima, e gestire al meglio, poi, questo giovane talento in divenire, che il Baby Marricchi inizia un percorso che lo porta a bruciare tempi e tappe della crescita professionale e a maturare in un rapidissimo frangente. La tecnica appresa a Orvieto viene, in questo anno e mezzo alla Ternana, oltremodo perfezionata, sia per quanto riguarda la visione prospettica del gioco e la presa, sia nella gestione del pallone con i piedi. Del resto, Filippo può contare su un gran fisico – a quindici anni, è alto un metro e novanta – sia su preparatori di prim’ordine, quali Michele Serpenti e poi Davide Quironi, il quale crede fermamente in lui e lo porta in allenamento direttamente con la prima squadra, giudicandolo ora pronto al salto per l’esordio nella Primavera.

Marricchi 2     Marricchi 5    Marricchi 8   Questa veloce evoluzione non si limita, tuttavia, alle sole doti calcistiche, ma coinvolge ben presto anche l’aspetto caratteriale: sarà che Filippo ha imparato a sognare e non ha più voglia di smettere, sarà che un’esperienza, poco più che quattordicenne, lontano dalla bambagia casalinga farebbe cambiare chiunque, fatto sta che lui la prende bene, come meglio non potrebbe, e repentinamente si trasforma: dal ragazzone timido e introverso arrivato da Orvieto sboccia un nuovo Filippo Marricchi, molto aperto alle relazioni con i compagni di squadra, bravo negli studi, nonostante gli impegni sportivi sfiancanti.

Con la Ternana, gioca da titolare, tra l’altro sotto età, anche nel campionato Allievi Nazionali Serie A e B e il 15 novembre 2013 riceve la sua prima convocazione in maglia azzurra, prendendo parte al Torneo Giovanile di Natale presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano. E’ lo stesso portierino che confida a Sky – che poi pubblica la sua scheda nel libro La giovane Italia, un almanacco dei cinquecento giocatori più promettenti dello Stivale – che la  presenza a Coverciano è stata la sua “emozione azzurra. Ricordo che nella seconda partita feci anche una bella parata ed una bella uscita alta”.

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Appare quindi quasi inevitabile che, dai piani superiori, qualcuno si sia affacciato alla finestra e gli abbia messo gli occhi addosso. Negli ultimi giorni, notizie insistenti, provenienti da prestigiose testate sportive nazionali, nonché rumors, a quanto pare, piuttosto fondati danno Filippo pronto per la Juve, che avrebbe sbaragliato l’agguerrita concorrenza di Inter e Milan, e sarebbe riuscita ad accaparrarsi le prestazioni del giovane orvietano.

Allora vai, Filippo, agguanta il tuo sogno e fallo diventare anche un po’ il nostro; metti in campo tutto il tuo coraggio e la tua determinazione. Non sei forse un portiere? Ci vuole coraggio a fare il portiere, anzi portiere lo si è, non lo si fa. Il portiere è l’estremo e forse si chiama così proprio perché non conosce vie di mezzo: la palla è in gol o è fuori, tu stai tra i pali oppure esci, respingi o provi la presa, sempre da solo. Adesso però no, non sei da solo. Noi saremo tutti lì con te a tifare, quando ti tufferai in questa avventura, come se stessi parando il rigore più importante della tua vita.

 

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