Matteo Solforati, coach della Zambelli Orvieto, ci ha messo solo una stagione a conquistare la promozione in A2.
Da settembre sulla panchina orvietana l’allenatore, che nella scorsa stagione aveva fatto altrettanto a San Marignano, ha saputo far “crescere”il team Zambelli che sotto la sua guida ha chiuso in prima posizione nel girone C di serie B1 di volley femminile.
“Sono veramente felice di questo risultato – dice il coach all’indomani della vittoria contro Perugia che ha valso alle tigri la promozione con un turno di anticipo – fin dall’inizio della stagione l’obiettivo della società era altissimo, importante, ovvero la promozione diretta in questa stagione dove per la prima volta chi chiude in testa va diretta in A2 senza giocare i play-off. Il nostro girone era altamente competitivo, insieme a noi c’erano grandi squadre, tutte intenzionate a salire e tutte costruite per salire.”
L’anno Zambelli è stato un anno anche complicato però…
“E’ stato un anno complicato. Sono arrivato a dover gestire un nuovo staff e una nuova squadra, c’è voluto del tempo, un tempo che definerei di “insediamento”. Ma poi tutto è andato come doveva andare, abbiamo lavorato tutti tantissimo con in mente un unico obiettivo e lo abbiamo centrato. Sono felice di essere stato in grado di trasmettere alla squadra serenità. E questo si vedeva in campo.”
Un campionato vinto “in trasferta”…
“Si, le vittorie a San Lazzaro, a Ravenna e a Perugia – contro la TUUL io ritengo di aver giocato la miglior partita della stagione – ci hanno permesso di metter via punti preziosi. E a Perugia, dopo tante gare, nel momento più delicato, quello più importante, abbiamo dato il meglio. Più di così non si poteva fare.”
Una stagione meravigliosa…
“Nessuno ci ha regalato nulla, anzi. Dopo la sconfitta contro Olimpia non eravamo certo i favoriti, avevamo perso posizioni e c’era bisogno di rimboccarsi le maniche. Non abbiamo mai mollato, nonostante i tanti momenti di difficoltà. Questa vittoria è meritata, guadagnata sul campo e questa è la soddisfazione più grande. “
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