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Noi e l’auto

L’automobile ormai ha più di un secolo e in 100 anni, per usare un eufemismo davvero calzante, se n’è fatta di strada! L’auto è stata una della grandi protagoniste del secolo scorso ed ha cambiato, nel bene e nel male, il nostro stile di vita. Immaginate lo stupore degli ignari carrettieri o dei pochi ciclisti di fine ottocento nel vedersi sorpassare da uno scellerato, su uno scoppiettante arnese meccanico che, alla folle velocità di 30 km/h o poco più, si allontanava, avvolto da una nuvola di polvere, lasciando dietro di se odori di benzina, olio e tanto fumo. Nasceva il motore a scoppio e con esso l’automobile che rivoluzionava il concetto di trasporto, generando sogni e aspettative, simbolo di un progresso tecnologico iniziato nell’ottocento e ancora oggi in ascesa. L’auto è stata subito sinonimo di velocità e subito si è pensato di usarla per gareggiare.

In Italia, già nel 1905, Vincenzo Florio, un palermitano di ricchissima famiglia, affascinato da questo nuovo mezzo di locomozione, istituì la Coppa Florio che poi divenne la famosa Targa Florio nel 1906. Si disputò fino al 1977 e insieme alla Mille Miglia, corsa dal 1927 al ’57, ha contribuito al mito delle grandi corse su strada. Quest’ultima poi ha portato le automobili a contatto della gente, per le strade d’Italia: si potevano quasi toccare questi straordinari mezzi e vedere i loro piloti che con le loro imprese alimentavano la fantasia e anche la speranza di quel pubblico stupito che, per la maggior parte, difficilmente si sarebbe seduto al volante di uno di quei bolidi. Già nel 1930 Tazio Nuvolari riusci, con un’Alfa Romeo, a vincere la Mille Miglia superando i 100 all’ora di media: nulla a confronto di Moss che, nel ’55, con la sua Mercedes numero 722, completò i 1600 km del percorso alla media di157 km/h, naturalmente vincendo e stabilendo un record mai più battuto. Finite queste grandi manifestazioni su strada per alcuni gravi incidenti, dovuti anche alle incredibili potenze delle auto, improponibili sulle strade di allora, proliferarono le corse di velocità in salita e su circuiti, spesso cittadini, mentre i primi autodromi permanenti cominciavano a nascere.

Si correva con tutto negli anni ’50 e ’60: l’auto di tutti i giorni, che ormai era entrata in molte famiglie italiane, simbolo di speranza economica e di quel benessere nascente che caratterizzò il dopoguerra, poteva anche vincere a Monza! Ormai l’automobile aveva raggiunto livelli eccelsi, sia come raffinatezza meccanica, che dal punto di vista stilistico e, in quegli anni di boom economico, nelle grandi città, il traffico cominciava a crescere in maniera esponenziale e l’auto diventava sempre più indispensabile per le attività quotidiane. Erano però ancora lontane le problematiche odierne di circolazione, ovvero la quantità enorme di vetture che ogni giorno circolano sulle strade, causando spesso code interminabili, incidenti, stress e, soprattutto, un grande inquinamento. L’inquinamento, argomento di grande attualità, non era nei pensieri dei progettisti di ieri che, non avendo a disposizione l’elettronica di oggi che riesce a controllare simultaneamente tanti parametri del motore, poco potevano contro gli abbondanti gas che fuoriuscivano dalle marmitte, non certo catalizzate. In questi ultimi anni molto si è fatto in tema d’inquinamento, ma anche a riguardo della sicurezza, attiva e passiva, del confort, dei consumi e dell’affidabilità.

Le automobili però, e non parlo delle supercars, oggi sembrano tutte uguali, hanno perso quella personalità della matita e della fantasia dello stilista: d’altronde le forme delle carrozzerie escono tutte dai computers, che tengono conto di parametri d’aerodinamica e di facilità costruttiva e non certo della bellezza quasi scultorea delle linee. L’auto continuerà ad essere sempre più tecnologica, sicura, comoda, ergonomica, veloce, consumerà sempre meno, darà anche un gran piacere di guida….ma volete mettere il fascino di una passeggiata con una Giulietta spyder celeste acqua marina nel 1960, con poco traffico e con il vento nei capelli?

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