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Siamo sportivi, giochiamo pulito

Il comitato Uisp di Orvieto, in collaborazione con la Scuola Secondaria di I° Grado “Scalza e Signorelli”, ha presentato “Mamma parliamo di doping”, campagna di informazione e sensibilizzazione sui temi del doping e dell’inquinamento farmacologico. L’iniziativa, che  è  sostenuta dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e vede come attori principali gli studenti delle scuole medie inferiori di 38 città, si avvale del finanziamento della Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e la tutela delle attività sportive e della collaborazione dell’Iss – Istituto superiore di sanità, per orientare i giovani e le famiglie verso lo sport pulito e responsabile. [foto all’interno]
Ad introdurre i lavori la professoressa Anna Rita Bellini, Dirigente Scolastico dell’Istituto e la professoressa Fabrizia Mencarelli, presidente Uisp Orvieto. Presenti all’incontro Marta Giammaria, coordinatrice nazionale del progetto e la dottoressa Anna D’Alterio, membro della Commissione per la vigilanza e controllo sul doping e la tutela della salute nelle attività sportive e responsabile della campagna di comunicazione. Il supporto delle istituzioni locali alla iniziativa è stato sottolineato dall’intervento dell’Assessore allo Sport della provincia di Terni, Giampaolo Antoniella, che pur non potendo essere presente ha voluto comunque manifestare il proprio sostegno, e dall’Assessore allo Sport e Politiche Sociali, Carlo Tonelli, del Comune di Orvieto. Entrambi hanno posto l’accento sulla necessità di vivere uno sport sano e pulito. “La fortuna di uno sportivo non è vincere ma vivere”, ha affermato Antoniella. Presenti all’incontro il Capitano Andrea Lachi, comandante della compagnia Carabinieri di Orvieto, il professor Renato Gribaudo, memoria storica dello sport orvietano, Ennio Colombini della Libertas Orvieto, Roberto Salucci colonna del rugby orvietano. Il progetto orvietano è curato dalle professoresse Custodi e Scatoloni.
L’osservatorio che fa capo alla Commissione controllo e vigilanza, in collaborazione con il Ministero della Salute, è nato nel 2001 grazie alla Legge 376/2000 che ha istituito il controllo antidoping. Il fenomeno doping costituisce un fenomeno preoccupante che non è legato solo allo sport di vertice, ma è rilevabile anche e soprattutto nello sport amatoriale dove non esistono controlli. La commissione è molto attiva proprio nel cercare di arginare questo fenomeno ed è formata da esperti medici sportivi, chimici, biologi e farmacologici. Svolge azione preventiva attraverso la ricerca medico-scientifica, il controllo, le campagne di informazione. In questa ottica si propone di informare gli studenti, partecipa quindi in prima linea alle campagne rivolte a ragazzi, insegnanti, educatori, allenatori e tecnici responsabili della educazione e della crescita dei ragazzi.

La UISP si pone come obiettivo il coinvolgimento degli studenti in prima persona insieme agli insegnanti e ai genitori il cui ruolo viene riconosciuto come fondamentale nella lotta contro lo sport “malato”. Spesso infatti si registra un intervento diretto dei genitori sulla assunzione di multivitaminici, anabolizzanti ed integratori nei ragazzi sui quali proiettano le loro aspettative in merito al successo sportivo.
Nel corso dell’anno scolastico sono previsti laboratori creativi che potranno trovare diverse forme espressive e di produzione di materiali: interviste, giornali di classe, spot, video, manifesti, vignette, performance teatrali. Gli alunni della 3° B hanno già iniziato a lavorare, anche con un primo approccio al sito www.mammaparliamodidoping.it che avrà un ruolo centrale nello sviluppo dell’intera campagna. Un vero serbatoio di idee comunicative contro il doping con un’area completamente gestita e personalizzata dai ragazzi. Uno strumento di interazione tra i protagonisti che potranno creare il proprio ‘avatar’, ovvero il proprio profilo virtuale, caricare le proprie foto, i propri lavori, confrontarsi e scambiarsi consigli ed esperienze sulla campagna.
Intanto i ragazzi della 3° B hanno condotto uno studio sulla base di un questionario a cui hanno risposto i ragazzi, le mamme e i papà, separatamente, sondaggio che ha delineato il rapporto delle famiglie con lo sport, con le scelte che gravitano intorno allo sport, con le informazioni e i canali di fruizione delle stesse. I ragazzi hanno presentato poi una raccolta di spunti e riflessioni che il lavoro sul problema doping ha suscitato in loro. Pensieri giovani ma profondi che fanno ben sperare in un sano approccio alle attività sportive come un sano e pulito momento di crescita sociale.
Una crescita che fa parte anche del diventare cittadini, come riassunto dal capitano Lachi, che ha spiegato ai ragazzi come il problema doping possa trovare soluzione in loro stessi, nella loro voglia di vita, e non nella repressione e dell’inasprimento delle pene nei confronti di chi inquina lo sport.  Il progetto si concluderà a maggio 2009 con la presentazione dei lavori, delle realizzazioni dei ragazzi delle varie classi interessate dal progetto.

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