Rovereto, campionati italiani nuoto FIN 2013 Esoridenti.
Caro diario,.
che emozione! sono stata convocata a Rovereto per i Campionati Italiani di Nuoto,esordienti A, nella rappresentativa dell’Umbria. A Ro-ve-re-to, dico,che è la capitale del nuoto giovanile italiano…e, modestia a parte, i migliori atleti, tra i dodici e i tredici anni, finalisti regionali lì si confrontano. Umbri saremo dieci tra maschi e femmine, uno per ogni stile.
Ne ho fatto di strada…ehm, di vasche, da quando Peppe (Scalabrella) mi impartiva i primi insegnamenti nella 1 Bassa ai bei tempi della Scuola Nuoto. Devo tutto ai miei maestri ed alla mia squadra. Determinante è stata la mia “magica” allenatrice Valentina Averardi che mi ha iniziato all’agonistica con competenza e passione; mi ha sempre incoraggiata , sostenuta, entusiasmata. Sì,la sua fiducia in me mi dà sicurezza, Lei mi tranquillizza (io -lo sai – non sono cuor di leone), mi presenta il traguardo come obiettivo possibile.
Che effetto fa riconfermarsi Campionessa Regionale? Devo essere sincera?
Beh,voglio pavoneggiarmi, provo orgoglio e soddisfazione certamente, ma anche – lo confesso – ansia” da prestazione futura”,una smodata voglia di fare meglio…e la paura di fare peggio!. Prima della gara mi assale una sottile apprensione , che cerco di nascondere, di respingere con la concentrazione.
Se mi costa sacrificio?
Sì, qualche volta sono molto stanca, però non mi pesa, non ci rinuncerei mai; senza dubbio mi costringe a delle rinunce, ma non m’importa. Il nuoto è una delle mie priorità. Devo organizzare l’orario di studio tenendo conto di questo impegno quotidiano. Andare a letto più tardi, alzarmi prima la mattina mi costa, ma intendo farlo.
Rovereto, 5 luglio, pomeriggio
Ottima l’ ‘organizzazione, emozionante l’accoglienza: il don don della Campana Maria Dolens ha dato il via alla cerimonia di inaugurazione con cento rintocchi.
Sera
Cena in piscina e, dopo, il gelato a spasso per le vie della città con nuovi compagni di squadra. Poi tutti in ostello, in camera noi ragazzine nei letti a castello. Nanna prescritta: ore 10,30, ma tra chiacchiere, risate e scambi di numeri telefonici si fa notte tarda…(la bellezza della trasgressione!).
Mi addormento divertita, godendo del rapporto nuovo che si è stabilito con quelle che solitamente sono le mie avversarie in Umbria. Qui si è annullata la competizione tra noi, quell’antagonismo individualista, sale dello sport, che ci ha visto spesso l’una contro l’altra con un pizzico di rivalità ostile. Stasera ci rallegriamo delle cose che ci accomunano più che di quelle che ci dividono, pronte insieme, con senso di appartenenza, a difendere i colori della nostra regione e a mentire complici alle nostre avversarie “nazionali” curiose di conoscere i nostri tempi, per regolare le loro tattiche nella staffetta…non siamo mica sceme!!!
Ripenso alla nonna, che, salutandomi come sempre con “in bocca la lupo” , mi ha detto di trarre buon auspicio dall’etimologia del nome Rovereto: deriva dalla radice latina robur-/robor-, che significa forza e robustezza; in botanica si collega alla quercia del rovere, albero dal legno durissimo, che abbonda nella zona e compare nello stemma comunale.
Ho trovato interessante sapere che la campana di Rovereto è la più grande del mondo, è la campana dei caduti; invoca la pace tra i popoli; fu realizzata fondendo il bronzo dei cannoni di tutte le nazioni partecipanti alla 1° guerra mondiale, un atto simbolico di NO alla guerra, un inno alla pace. Mi addormento pensando che lo sport deve unire, non dividere.
Rovereto, 6 luglio, pomeriggio
Il Centro Natatorio Comunale è bellissimo, dotato di sei piscine, al coperto e all’esterno,con scivoli , trampolini e piattaforma per i tuffi,. E’ una giornata di sole. Mi avvicino ai blocchi di partenza, dal bordo vasca guardo verso la tribuna affollata, non distinguo i “miei tifosi”, mamma, papà, Ludo, gli accompagnatori e la mia allenatrice; fra poco si sbracceranno e si sgoleranno per incitarmi. Sento il cuore battermi forte…calma! In quel vociare confuso faccio silenzio dentro di me. Poi la musica che si diffonde alta nell”aria, invece di infastidirmi, mi aiuta, mi dà energia, mi carica, incrocio le dita e mi tuffo.
L’ottavo posto italiano(100 e 200 dorso) è un’ottima prestazione, mi dicono; non è certo il podio, forse avrei potuto fare di più, ma sono contenta del risultato e dei miei tempi.
Cosa mi insegna lo sport? a valutare i progressi non solo il piazzamento; volontà, determinazione; valore e rispetto delle regole; a frenare l’ambizione, ad analizzare la prestazione per capire ciò che puoi ottenere impegnandoti, a gestire le proprie risorse per realizzare le potenzialità; a integrarsi funzionalmente col gruppo e a non arrendersi di fronte alle difficoltà; a non cercare alibi per eventuali sconfitte… la dimensione ludica del confronto…
Elena Maria
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