I benefici per chi pratica sport fin dall’eta scolare. Ne parliamo con Stefano Silvi
Un bambino sportivo in più, oggi, sarà un adulto malato in meno domani, il cui benessere psico-fisico gli consentirà di condurre una vita più serena e di evitare alcune patologie. Una persona sana avrà minori necessità di cure mediche e peserà in misura ridotta sulle risorse pubbliche. Ne abbiamo parlato con Stefano Silvi, dottore in Scienze Motorie e Istruttore settore giovanile Orvietana Calcio, il quale conferma che “praticare sport fin dall’età evolutiva sia importantissimo per lo sviluppo ottimale dell’apparato muscolo-scheletrico, la regolazione del metabolismo e la socializzazione fra coetanei. Di solito i bambini iniziano a praticare sport intorno ai 3-6 anni, in un momento della vita dove l’attività deve avere un maggiore aspetto ludico; per questo, qualsiasi disciplina va bene e, salvo particolari casi, non ci sono controindicazioni”. Fino ai sei anni di età, si tratta, più che altro, di acquisire consapevolezza del proprio corpo: “se a scuola i ragazzi fanno già un’attività fisica condotta seriamente e da personale qualificato la frequenza ad un’attività extrascolastica potrà essere anche più soft.” Al contrario, chi pratica sport fin dalla tenera età, “da grande sarà, oltre che più sano, anche più avvantaggiato, perché nel tempo avrà sviluppato, rispetto ad un sedentario, una muscolatura migliore, notevoli capacità coordinative – equilibrio, orientamento spazio-temporale – e capacità condizionali – forza, velocità, resistenza e mobilità articolare. I benefici saranno evidenti nel tempo, perché, anche in caso di interruzione dell’attività per più anni, il lavoro svolto da piccoli non verrà perso e sarà sufficiente solo un po’ di pratica per tornare in una forma fisica accettabile”. Come dire che anche i muscoli hanno una buona memoria.
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