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Alberto Del Frate lascia l’Orvietana

Aveva promesso di parlare a salvezza ottenuta ed è stato di parola, Alberto Del Frate conferma quanto si era capito da tempo, ovvero l’addio ai colori biancorossi e prova a stilare un bilancio dei tre anni passati sotto la Rupe. “Già ne avevo parlato ai presidenti ad inizio stagione, per me il ciclo Orvietana finisce qua, finisce con soddisfazione e l’orgoglio di aver lavorato insieme a persone che amano il calcio, lavorando in un ambiente sano, cerco però nuovi stimoli”. Sembrano le stesse parole di Fratini. “Non so che ne pensi il mister – continua Del Frate- io non che abbia già il nome della squadra dove andare, ci può stare di aspirare anche a qualcosa di più ambizioso, ma mi piacerebbe pure restare in Serie D, dove il prossimo anno ci saranno tante umbre”. Primo anno a stretta collaborazione con il dg Mortolini, quando arrivano ad Orvieto Giomarelli, D’Ambrosio, Cersosimo e Marcatti, l’Orvietana per la prima volta si salva nel girone toscano senza i playout. L’anno successivo con gli innesti, tra gli altri, di Pugnali e Miani, arrivano ai playoff. Poi l’ultima stagione, partenza ad handicap, super impegno in autunno per correggere la rotta, il ritorno di Cersosimo, inizialmente finito tra i professionisti con la Colligiana e l’ingaggio di Esposito, arriva la salvezza. Scommesse vinte? “Facile rispondere Esposito e Cersosimo. Ma voglio spendere due parole per Schicchi, inizialmente criticato malgrado giocasse con una microfrattura al piede, nessuno lo sapeva. E’ stato protagonista di un grandissimo finale, ha sempre avuto un comportamento esemplare, umile malgrado le grande esperienza in C. Un grande acquisto considerando il rapporto qualità prezzo”. Cosa invece non è andato bene? Con Schicchi avevamo messo a posto la difesa che aveva perso D’Ambrosio. Serviva un fuoriquota in mezzo al campo, Valentini per la sostanza e Fondi per la qualità sembravano le scelte giuste, accanto avevamo optato per De Fraia, invece le cose non sono andate come si sperava. Scommessa persa anche per Tealdi. Bene invece Ciani, ottimo giocatore ma con qualche problema di carattere, ma sul carattere dei giocatori c’è poco da fare, non sempre si può conoscere prima. Avevamo fatto un precampionato eccezionale, poi un po’ di sfortuna e sono cominciate voci che hanno portato confusione nello spogliatoio. C’era bisogno di cambiare non solo per motivi tecnici ma anche per rinnovare l’ambiente”. E dei ragazzi di Orvieto che si può dire? “Mandini e Nuccioni rappresentano le eccellenze e meritano chance tra i professionisti, ma in questi anni abbiamo fatto esordire Massini, Cochi, Caciolla fornendo elementi per le rappresentative al torneo di Viareggio”. Ma se domani come ds di un’altra squadra dovessi portare via un giocatore all’Orvietana chi sceglieresti? “Potrei fare tanti nomi, ma se devo dirlo uno solo, allora io vorrei sempre uno come Giomarelli”. Si chiude qui quindi l’avventura a Orvieto di Del frate, tra qualche settimana probabilmente anche Fratini annuncerà l’addio a meno di clamorose sorprese. E’ destino che il nuovo ciclo in casa orvietana debba aprirsi proprio l’anno del centenario.

 da Il Giornale dell’Umbria

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