Sabato15, ore 15.30, Palasport di Ciconia: Oasi – Gala, atto terzo.
La partita nella partita inizia alle 15.31. Sono seduto in cima alla gradinata, quasi in asse con la porta difesa da Delli Poggi.
Ogni tanto compare una testa sotto la tribuna. Mi chiedo chi sarà, la risposta arriva poco dopo: è l’arbitro. No, è un giocatore. Sì, ma di quale squadra?
Eccolo, finalmente lo vedo bene, intanto l’azione è già dall’altra parte.
La differenza del Palasport di Ciconia è questa: spesso, anzi sempre, si interpreta ciò che avviene sotto gli spalti.
Una fascia di campo è letteralmente criptata e purtroppo, nonostante tra poco arrivi il digitale terrestre, la stessa rimarrà nascosta ai presenti ancora per tanti anni.
A Ciconia è così e non c’è nulla da fare. Più stai in alto e meno campo ti perdi e viceversa.
C’è chi si mette all’altezza delle scale, in piedi, cercando di dare meno fastidio agli altri per poter vedere tutto il rettangolo di gioco, una vera conquista, chi cambia posizione tra primo e secondo tempo, chi chiede cosa sia successo quando i giocatori scompaiono dal cono visivo e chi invece, seduto in panchina, si gode lo spettacolo alla faccia di chi sta in tribuna.
Di solito, nei normali Palasport, non funziona così perchè tutti vedono tutto.
Quello di Ciconia, purtroppo, non ha nulla di normale.
Questo abbiamo e questo ci teniamo ma senza offendere nessuno, e se qualcuno si offende pazienza, la realtà è solamente una: il Palasport è proprio brutto e, peggio ancora, concepito male.
Non è brutto? Ok, è un tipo. Non è un tipo? Per dirla alla Moratti è semplicemente “simpatico”.
Del “tabellone luminoso”, nonostante il discutibile aspetto estetico, ne vogliamo parlare?
Meglio di no, in fondo è solo un orologio.
Parliamo di altro: Oasi – Gala 1-5.
Vittoria meritata, risultato un po’ troppo severo, i giornalisti veri dicono così.
Sul tabellone è finita 16-55. Differenza reti compromessa per l’Oasi?
No, era solo l’ora di uscita dal Palasport.
Dedicato a tutti quelli che il sabato provano a vedere la partita e si imbattono, ormai consapevolmente, in “Chi l’ha visto?”.
Il riferimento a chi si muove nel cono d’ombra non è puramente casuale.
Offside, dopo questo numero, così come il contropiede biancorosso, si ferma per un pò. A presto!
hai perfettamente ragione nicola; io direi che è una cosa scandalosa.